domenica 1 maggio 2011

Le statue parlanti di Roma: la fontana del Facchino


In una delle traverse di Via del Corso, e precisamente in Via Lata (Rione Pigna), proprio all'inizio della strada si trova la caratteristicha fontana del Facchino, recetemente restaurata, una delle cosiddette "statue parlanti" di Roma.
Incassata nel fianco sinistro del palazzo De Carolis (XVIII secolo), ora della Banca di Roma, di fronte alla chiesa di San Marcello al Corso, la fontana rappresenta un acquaiolo con tipico vestito che tiene fra le braccia un barilotto da cui fuoriesce dell'acqua.
Secondo la tradizione popolare la fontana sarebbe stata eseguita da Michelangelo (pare sia stato Luigi Vanvitelli a fare questa attribuzione dopo una perizia della fontana). In realtà fu realizzata da Jacopino del Conte, pittore fiorentino del XVI secolo, la cui vena artistica si ispirava a quella di Michelangelo. Originariamente l'opera andò ad ornare la casa dell'artista che si trovava in via del Corso (Palazzo Grifoni). Quando la sua abitazione fu demolita venne ricollocata nel prospetto principale di palazzo De Carolis, sempre su via del Corso, durante il XIX secolo. Successivamente venne spostata sulla facciata in via Lata.
La fontana è detta "del Facchino" perchè nella seconda metà del 1500 la zona era molto popolata dai facchini ed erano questi ad occuparsi della distribuzione dell'acqua raccogliendola di notte alla Fontana di Trevi e distribuendola durante il giorno.
Sempre secondo la tradizione popolare che riferisce di una epigrafe posta sulla fontana ma sfortunatamente scomparsa, si attribuì un nome alla statua scolpita del facchino riconoscendovi un certo Abbondio Rizio il cui mestiere pare fosse proprio quello di facchino.
Quando con Gregorio XIII gli acquedotti romani furono ripristinati (erano stati distrutti dai Goti e mai totalmente recuperati) l'attività degli acquaroli andò sempre più diminuendo fino a scomparire.
Alla statua del facchino fu attribuito il titolo di "parlante" grazie alle famose "pasquinate", cioè cartelli e scritte satiriche indirizzate al potere temporale del papa.



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