giovedì 26 maggio 2011

San Lorenzo Fuori le Mura, Roma


L'area  dove oggi sorge la basilica  fu occupata, dal I a.C. al V d.C., da un vasto sepolcreto di cui oggi restano tracce scarsamente visibili e mal documentate nel corso dei lavori per il quartiere di San Lorenzo a Roma a partire dal 1880.
Vicino all'odierno cimitero monumentale del Verano permangono alcuni resti residenziali che fanno ipotizzare la presenza di un possedimento di Lucio Vero a cui si lega il toponimo VERANUS di IV secolo d.C. e associato alla sepoltura di Lorenzo.
L'arcidiacono Lorenzo venne ucciso il 10 agosto 258 sotto Valeriano e deposto in una tomba in arenario cryptae, in base a quanto riportato da una Passio e dal Liber Pontificalis di VI secolo d.C.

LA BASILICA “CIRCIFORME” COSTANTINIANA (Basilica Maior)

Fu intorno al III d.C. che cominciò a svilupparsi intorno alla tomba del martire, o area martiriale, una vasta catacomba ma solo durante il IV d.C. grazie all'imperatore Costantino e papa Silvestro venne edificata una basilica supra arenario cryptae, la cosiddetta basilica maior o a deambulatorio scoperta negli anni ‘50
Essa consisteva in un'aula di culto  larga 35 metri e lungo 99 metri a tre navate di cui le minori giravano intorno all'abside formando un deambulatorio. Le navate erano divise da colonne forse con architravi. La facciata era probabilmente aperta a est con cinque aperture e quattro colonne mentre ad ovest il lato esterno del deambulatorio aveva sette aperture in corrispondenza del percorso che conduceva da San Lorenzo a Porta Maggiore. Restano tracce dell'antica basilica con porzioni di muro e abside nel cimitero.
Questo tipo di basilica cosiddetta “circiforme” conferma la datazione al IV secolo poiché in questo periodo l’attività edilizia di Costantino era molto fiorente e a lui vengono attribuite altre basiliche a deambulatorio come quella si Sant’Agnese fuori le Mura.
Fu lo stesso Costantino, come riporta il Liber Pontificalis, ad abbellire la tomba del santo ma della sua attività non resta traccia.
Di certo tra III e IV secolo l’area martiriale comincia a svilupparsi ad ovest della tomba che già a metà del IV secolo presentava una cataratta votiva che poi venne rialzata.
L’identificazione del martire non è certa. Tutto ciò che si può dire è che l’area martiriale consisteva in una camera ad L con molte sepolture  sul pavimento e alle pareti. La camera era in collegamento con la catacomba e forse aveva anche un accesso diretto dalla campagna.

Durante il V secolo Sisto III, Ilaro e Anastasio apportarono degli abbellimenti. Venne costruito un monastero insieme con due balnea e un pretorium, un battistero e una basilica  dedicata a Santo Stefano (sulla collina del Pincetto Verano). Di tutto ciò non resta traccia.


LA BASIILICA PELAGIANA (Basilica Minor)

A fine VI secolo venne costruita una basilica ad corpus parallela alla prima, detta minor, con papa Pelagio II. Venne tagliata parte della collina dove c'erano le gallerie della catacomba per raggiungere il livello della sepoltura. L'asse della nuova aula di culto aveva l'abside a ovest con i lati est ovest e nord incassati nella collina. Di conseguenza l'ingresso era sul lato sud.
L'aula era lunga 32 m e larga 21 m.aveva tre navate con cinque colonne e sei intercolumni. A est un nartece diviso dalla navata centrale con un triforio e dalle laterali con un arco. Nella navata centrale c'erano delle finestre mentre navatelle e matronei restavano in penombra.
A ovest l’edificio comunicava all'esterno con  il pozzo-cataratta posto sopra la tomba. L'abside si apriva verso questa area esterna e aveva quattro finestre e una fenestella confessionis e dalle navatelle era possibile accedere a questo retrosanctos.  La tomba con cataratta doveva essere probabilmente la sepoltura originaria del santo che poi venne spostato da Pelagio II o altri nella navata centrale sotto l’altare maggiore.
Della decorazione originaria resta il mosaico dell'arco absidale che vede rappresentato Cristo in globo tra Pietro Paolo Lorenzo Stefano Ippolito e Pelagio II mentre offre il modellino della chiesa. L'epigrafe che correva alla base del catino absidale ricordava i lavori del papa ed è nota solo fonti medievali. Attualmente vi è un’epigrafe ricomposta nel 1864. L’iscrizione che corre invece alla base dell’arco è originale.
La basilica venne costruita con materiali di spoglio del III secolo. Coevi sono i pulvini del matroneo e le basi delle colonne della galleria est del matroneo.
A nord dell'area martiriale l'oratorio aveva affreschi di VIII secolo dove si riconoscono due strati: un primo strato con il santo che offre una corona di inizio VIII secolo e un secondo strato con la Vergine con Bambino di metà VIII secolo. Gli affreschi sono stati staccati e rimontati nella parete meridionale della basilica attuale.

Nell'VIII secolo venne intonacata la nicchia sud del nartece con una teoria di santi e sante e una Madonna con Bambino, resi noti da un acquerello di Vespignoni poiché distrutti durante la costruzione della tomba di Pio IX (1878). Al contrario la decorazione della nicchia nord di XI secolo con soggetto analogo è ancora sul posto ma in pessime condizioni.

Successivi interventi riguarderanno il restauro del portico che potrebbe risalire al VI secolo mentre Leone IV nel IX secolo unisce i due monasteri di San Lorenzo in un'unica istituzione dedicata ai Santi Stefano e Cassiano.


In pieno Medioevo verrà eliminata l'abside originaria e sostituita con una nuova più a ovest che includeva anche il retrosanctos. Il baldacchino, o ciborio, del 1148 venne posto tra la nuova abside e il pozzo-cataratta.
Tra il 1187 e il 1191 vengono costruiti il chiostro del monastero e il campanile.
Con Celestino III e Innocenzo III sorge la cosiddetta Laurenzopoli ovvero una fortificazione che includeva la basilica e il monastero. Essa venne a rappresentare il potere che ormai avevano i benedettini ma venne distrutta nel 1580 ed è testimoniata solo da un disegno e una iscrizione del 1500.

LA BASILICA DI ONORIO III

Durante il XIII secolo l'edificio pelagiano viene parzialmente interrato, è tolto l'abside e allungato verso ovest con nuovi muri e 11 colonne. L’aula di Pelagio divenne il nuovo presbiterio rialzato di 1,60 rispetto alle nuove navate. L’edificio si apriva a ovest verso la via Tiburtina con un portico a sei colonne. Dunque l’ingresso venne a trovarsi sul lato opposto rispetto a quanto avveniva in passato. Vengono impiegati materiali della basilica “circiforme” di Costantino.
Sopra la tomba del martire viene posto l'altare principale su cui fu posto il baldacchino del 1148.
Nella navata centrale vengono posti due amboni realizzati con materiali di reimpiego probabilmente dell’edificio pelagiano.
Il pavimento cosmatesco  è tutto ciò che resta della decorazione originaria dell’edificio e venne completamente rifatto dopo il bombardamento del 1943. Al centro della navata un mosaico ne ricorda il restauro mentre un altro raffigura due cavalieri armati databili al XII-XIII secolo.
Nel nuovo presbiterio vennero realizzati banchi in marmo per il clero nel 1254. Sul lato ovest una ricca decorazione cosmatesca poi rifatta dopo il bombardamento del 1943. Nella controfacciata affreschi con storie di San Lorenzo  risalenti al XIII secolo ma purtroppo andati distrutti mentre sulla parete di fondo Cristo in trono.
Nel 1256 venne posta nella basilica la tomba del cardinale Fieschi, un sarcofago antoniniano di reimpiego con baldacchino.
Bonifacio VIII decora il portico di facciata con affreschi su Santo Stefano protomartire e San Lorenzo riprendendo la leggenda secondo la quale il corpo di Stefano da Gerusalemme fu portato al Verano per essere sepolto nella stessa tomba di Lorenzo (già nel XII la tomba veniva indicata ai pellegrini come contenente le spoglie dei due santi.

Nel XVI la fortificazione viene distrutta mentre tra 1855 e 1864 la basilica pelagiana viene svuotata e vengono isolati i lati nord ed est ancora incassati nella collina.
Tra il 1882 e il 1895  sotto il presbiterio viene costruita la tomba di Pio IX.
Il 19 luglio 1943 una bomba della RAF  colpisce la basilica distruggendo la zona centrale. I resti dell'ordigno sono oggi conservati nel chiostro.
Fino al 1950 vengono fatti restauri delle coperture, del portico, del pavimento e della facciata. Fu in quella occasione che l’area martiriale con il pozzo-cataratta venne riportato alla luce.

LA BASILICA ATTUALE

La basilica attuale consiste in un portico con 6 colonne e capitelli ionici e pilastri angolari. La trabeazione con fregio a dischi, mosaici e fiorami. Sulla destra il monastero arretrato e il campanile in laterizio.
La facciata è in laterizio con tre finestre ad arco venne restaurata dopo il 1943. Sotto il portico ci sono affreschi di fine XIII secolo restaurati dopo il bombardamento, sarcofagi e un monumento ad Alcide De Gasperi.
Parlando dell'interno va detto che le due basiliche, quella pelagiana e quella onoriana, non sono coassiali.
Le colonne di Onorio III, 22, sono di dimensioni e marmi diversi e forse appartengono alla basilica maior. I capitelli sono ionici, la copertura è a capriate. Pavimento, amboni e cero pasquale sono cosmateschi e di metà XIII secolo.
Nella navata sinistra si trova la cappella dedicata a Santa Ciriaca.
Al presbiterio, eretto sopra la navata centrale della basilica pelagiana, si sale tramite due scalette. Anche qui il pavimento è cosmatesco e risale ad Onorio III.
Dalle navate laterali onoriane si scende al livello della basilica pelagiana il cui endonartece che fu trasformato nella cappella funeraria di Pio IX.
Dal chiostro di fine XII secolo, dove si conservano i resti della bomba del 1943 e iscrizioni e resti di sculture di età classica e medievale, si accede alle catacombe di Ciriaca dove si trovano alcune pitture di una certa importanza come Cristo tra due santi, Giona, Mosè, Il Buon  Pastore.



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